RADICI PAGANE
del cristianesimo
NATALE - festa pagana legata al solstizio invernale,
godeva di grande importanza in tutto l'Impero Romano.
Ricordiamo che il solstizio invernale è il giorno più corto dell'anno, e
cade intorno al 21 dicembre. In questo giorno, tra l'altro, il sole
tocca il punto più basso rispetto all'orizzonte.
Il 25 dicembre la durata del giorno rispetto alla notte ricomincia a
crescere in modo evidente (in base alle osservazioni empiriche fatte
dagli antichi) come anche la sua altezza.
Ovvio che per le popolazioni antiche tale evento astronomico fosse visto
come un rinnovamento della speranza, una festa della luce, una
possibilità di sopravvivenza, pertanto fu mitizzato come nascita del
Dio-Sole, partorito dalla Dea-Vergine (personificazione della
notte). Tale mito prese varie forme religiose: Horus partorito da Iside
in Egitto, Thammuz partorito da Mylitta, o Ishtar, nelle religioni
iranico-caldee, ecc.
La tradizione giunse fino a Roma nella forma del culto di Mitra ed entrò
nelle abitudini dei romani.
Quando il cristianesimo iniziò a diffondersi, dovette venire a patti
con queste tradizioni molto radicate, per cui la Chiesa tentò, tutto
sommato con successo, di "appropriarsi" della festa del Natale,
proponendo Gesù Cristo come "vero sole divino" che nasce di notte da una
vergine.
Questo accomodamento contribuì in modo determinante a modificare la
teologia cristiana nel senso di una progressiva "divinizzazione" di Gesù.
Fu Costantino a ufficializzare il giorno 25 dicembre come "nascita di
Cristo", all'inizio in aggiunta, e non in sostituzione, del natale di
Mithra.
Volendo cristianizzare il paganesimo, alla fine si giunse al risultato
opposto, ovvero di paganizzare il cristianesimo.
PASQUA - In questo giorno i cristiani festeggiano la
"resurrezione" di Gesù. La Pasqua cade la prima domenica dopo il primo
plenilunio di primavera. Si tratta quindi di una festività legata
all'equinozio di primavera.
Tutti i popoli pagani dell'Impero Romano, e non solo, conoscevano già
questa festa, che non è altro che una festa primaverile: gli alberi
germogliano, nei prati sbocciano i primi fiorellini e quindi la natura,
dopo il freddo inverno, "risorge".
L'idea di resurrezione della natura diventò resurrezione di
Cristo, e anche questo mito, in qualche modo, fu "incorporato" nella
nuova religione che andava diffondendosi in antitesi al paganesimo ma,
al tempo stesso, paradossalmente, non c'è tradizione pagana che non sia
stata "rubata" e fatta propria dalla chiesa cristiana dei primi secoli.
MADONNA - Il
Cristianesimo antico non prevedeva alcun tipo di devozione che non fosse
rivolta esclusivamente a Dio. La penetrazione della nuova religione in
territorio greco-romano ha fatto sì che fossero importati culti pagani,
opportunamente rivisitati per dare loro quantomeno una sfumatura
nominalmente cristiana.
La Chiesa ha sempre tollerato di buon grado queste contaminazioni, in
quanto hanno favorito l'adesione al cristianesimo da parte delle
popolazioni pagane, che potevano ritrovare elementi a loro familiari. Di
tutte le contaminazioni pagane, la creazione del culto della "madonna"
rivolto a Maria madre di Gesù è forse il più appariscente e anche quello
che contrasta di più con i testi dei Vangeli.
Gesù, da buon ebreo monoteista, non ha mai proposto il culto di sé
stesso, né ha mai avuto pretese divine. Men che meno ha mai accettato
che sua madre diventasse meritevole di particolari onori solo per motivi
di parentela fisica.
Al contrario, nel vangelo di Matteo si legge che quando Gesù iniziò a
predicare, sua madre lo venne a prendere per portarlo a casa,
considerando probabilmente una stramberia il fatto che il figlio si
dedicasse a problematiche religiose piuttosto che aiutare il padre nel
lavoro di carpentiere.
Quando Gesù seppe che sua madre e i suoi fratelli volevano parlare con
lui, rispose con questa frase: "Chi è mia madre? E chi sono i miei
fratelli?". Poi, con la mano indicò
i suoi discepoli e disse: "Guarda: sono questi mia madre e i
miei fratelli: perché se uno fa la volontà del Padre mio che è in cielo,
egli è mio fratello, mia sorella e mia madre" (Matteo 12, 46-50).
Ma non è tutto: nel vangelo di Luca si racconta di una donna che fu
probabilmente la prima persona a rivolgere delle parole di devozione
alla madre di Gesù, in presenza di quest'ultimo. La donna disse infatti:
"Beato il seno che ti portò e le mammelle che ti allattarono!" Ma
Gesù disse: "Beati piuttosto quelli che odono la Parola di Dio e
l'osservano." (Luca 11:27-28).
Come si vede chiaramente, i vangeli sottolineano che l'insegnamento di
Gesù è teologicamente rigoroso, centrato sull'osservanza degli
insegnamenti e non su devozioni sentimentali.
Ma i popoli pagani che aderivano, per fede, per paura o per convenienza,
alla nuova religione, non potevano certo dedicarsi alla lettura dei
vangeli (a parte l'analfabetismo, siamo in un'epoca dove ogni comunità
cristiana possiede solo una piccola porzione del nuovo testamento) e
preferivano seguire una religiosità istintiva, che li portava
addirittura a preferire il culto di qualche divinità "materna" piuttosto
che l'austera adorazione dell'unico Dio. Esistono anche motivazioni
psicologiche profonde, che rendono la figura materna più protettiva e
rassicurante di quella paterna.
Il culto della madonna, sebbene contenga elementi sincretistici di varia
provenienza, deriva principalmente dal culto di ISIDE.
E' Iside che era definita "la Vergine", come del resto molte altre madri
di eroi divini secondo i miti mediterranei.
Poiché Iside rappresentava la notte (nei miti pagani sono rappresentati
anche eventi astronomici - vedi anche sotto la voce "natale")
molte sue statue erano nere (come le tenebre appunto) e questo spiega
l'esistenza di "madonne nere". Tuttora esistono più di 450 luoghi in cui
si trovano Madonne Nere. E’ stato appurato, da reperti, che moltissime
chiese cattoliche sono sorte su antichi templi di Iside, ad esempio la
Chiesa di S. Stefano a Bologna, come pure Notre Dame a Parigi. Nei
secoli passati molte immagini e statue delle originali Madonne Nere sono
state distrutte o si trovano in collezioni private. Alcune sono state
riprodotte e spesso sono diventate bianche (a volte riprodotte su marmo
bianco!) forse per cancellare la loro origine "pagana"!
La chiesa cattolica, nei secoli, pur non avendo alcun conforto nei testi
evangelici, anzi in antitesi agli stessi vangeli, è andata elaborando
una "teologia mariana" che ha concentrato sempre di più su Maria le
mitologie pagane sulle divinità femminili, materne, vergini.
Persino le FESTE dedicate a Maria sono la trasformazione, anzi per
meglio dire il proseguimento, di antiche feste dedicate alle madonne
pagane.
Fu il concilio di Efeso a introdurre ufficialmente nella chiesa
cristiana il mito pagano della Dèa madre che fecondata da un Dio padre
fa nascere un essere semidivino. Maria fu proclamata "Madre di Dio" nel
431, ben 4 secoli dopo la predicazione di Gesù.
Non è un caso che ciò sia avvenuto proprio ad Efeso, città che aveva un
forte attaccamento al culto di una madonna (in questo caso si trattava
di Artemide o Diana).
Negli Atti degli Apostoli si racconta che quando Paolo arrivò in questa
città con il proposito di fondare una comunità cristiana, incontrò una
forte ostilità da parte della folla, che l'accusava di minacciare la
sopravvivenza del culto della loro "madonna".
Le grida "grande è l'Artemide degli Efesini!" (Atti 19,28) mostravano la
potenza di un culto che indusse Paolo a lasciare la città. Se Paolo
avesse proposto agli Efesini la venerazione di Maria, certamente non
avrebbe istigato una simile contrapposizione.
Il fatto è che per i primi cristiani era assolutamente impensabile la
sola idea di poter avere un culto di tipo "mariano".
Chi l'avrebbe detto che dopo 4 secoli i pagani non avrebbero più temuto
che il cristianesimo entrasse in competizione con il mito della dèa
madre? Anzi, al contrario, i pagani sono riusciti ad introdurre i loro
miti nel cristianesimo.
CULTO DEI SANTI -
I primi cristiani avevano la più totale repulsione per ogni tipo di
onore o devozione sia per le persone che per le statue o immagini,
essendo rigidamente monoteisti come gli ebrei. Negli Atti degli Apostoli
si racconta che Pietro rimproverò Cornelio perché si era inginocchiato
davanti a lui, con la frase: "Levati, anch'io sono uomo!" (Atti
10:25-26).
Non appena il cristianesimo iniziò a diffondersi in terre pagane, la
prima e più immediata esigenza dei nuovi convertiti era di trovare un
corrispettivo alle divinità protettrici del politeismo. La chiesa, da
sempre intollerante solo quando si mette in discussione la sua autorità,
ma estremamente compiacente nell'assecondare ogni compromesso spirituale
pur di espandersi numericamente, ha pensato bene di istituire, prima a
livello ufficioso, poi come vero e proprio dogma, il culto dei santi.
In realtà, per i primi cristiani il termine "santo" era esteso a tutti i
credenti. Tutte le epistole di Paolo terminano con dei saluti, e spesso
si leggono frasi del tipo "salutatemi tutti i santi che sono nella tale
città", ecc.
Tuttavia, dopo circa un secolo dall'inizio dell'espansionismo cristiano,
si cominciò prima a parlare di "martiri" a proposito di coloro che erano
morti a causa di persecuzioni, e successivamente di "santi" per
designare coloro che erano riusciti a mettere in pratica in modo
efficace tutta la dottrina. Entrambi, martiri e santi, furono oggetto di
culto in sostituzione della pluralità di dèi che, a livello psicologico,
non potevano trovare una adeguata sostituzione nella semplice e austera
adorazione dell'unico dio monoteista giudeo-cristiano.
Poiché i dèi pagani erano sempre protettori di qualche categoria di
persone, si pensò bene di attribuire ad ogni santo una particolare
predisposizione nel proteggere persone, luoghi o eventi.
La festa del dio locale diventò la "festa del patrono".
Anche molti templi dedicati agli dèi e alle dèe pagane furono rinominati
con nomi di santi simili ai nomi delle antiche divinità.
Cosicché, ad esempio, molti templi di Giove divennero chiese di San
Giovenale. Ci sono poi innumerevoli luoghi dedicati alle divinità
femminili, principalmente templi di iside, che sono poi diventate chiese
dedicate a Maria.
CANDELORA - I romani, per le calende di febbraio,
illuminavano la città per tutta la notte con fiaccole e candele, in
onore della dea Februa, madre di Marte, dio della guerra, e
imploravano dal figlio la vittoria contro i nemici. La chiesa cattolica
ha mantenuto la festa modificandone il significato, dedicandola alla
commemorazione del rito di purificazione di Maria che, come tutte le
donne ebree, dopo aver partorito, si sottopose al prescritto periodo di
isolamento, una sorta di quarantena dettata da precauzioni igieniche sia
pure codificate sottoforma di pratica religiosa.
MAGGIO - Secondo la chiesa cattolica, "mese della
madonna". In realtà il mese di maggio era dedicato dalla religione
romana alla Dèa Maia. E' sempre a lei che erano dedicate anche le rose.
SAN GIOVENALE -
Questo santo non è mai esistito, si tratta di una denominazione
vagamente "cristianizzata" con cui si rinominavano i templi di Giove
trasformati in chiese.
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